RICORDO DI CARLO RUSSO
Abbiamo lavorato fino al venerdì sera, prima della sua improvvisa scomparsa avvenuta domenica 13 Marzo 2011, come sempre, confrontando le nostre diverse opinioni professionali animatamente.
Con Carlo non si discuteva solo di lavoro, ma di tutto.
Con lui non si poteva restare indifferenti e ciò capitava naturalmente non solo con gli amici ma anche con i clienti e le persone comuni che per qualsiasi ragione venivano a contatto con lui.
Questo perché Carlo aveva un’inesauribile curiosità per le persone e le cose.
In particolare Carlo voleva conoscere la natura di ogni persona e incontrarne i sentimenti. Per tale ragione dopo averlo conosciuto, tutti si sentivano in qualche modo suoi amici.
Erano suoi amici anche le persone più umili e non privilegiate dalla vita.
Aveva una particolare predilezione per i barboni, tanto che incontrandoli per strada si fermava sempre per parlare e lasciare un’elemosina.
Ogni Natale aveva organizzato per loro anche una festa e in tale occasione con alcuni amici offriva loro un pranzo servendoli a tavola.
Organizzava anche piccole feste per i bambini che nella vita hanno subito violenza o, comunque, portatori di handicap come i down.
In memoria del padre morto precocemente per il morbo di Alzheimer aveva costituito l’Associazione Alzheimer Piemonte per fornire aiuto ai parenti dei malati colpiti da questa devastante malattia che toglie all’individuo ogni possibilità di agire e la coscienza di sé.
E’ proprio questo che Carlo rifuggiva nel modo più estremo perché amava l’essere umano e tutte le sue potenziali capacità.
Per questo con i colleghi e collaboratori dello studio Carlo era estremamente severo e pretendeva moltissimo.
Chi è riuscito a superare questa dura scuola ha senz’altro acquisito una professionalità.
Tanto che avvocati e segretarie che in passato hanno vissuto questa esperienza ricordano con gratitudine e affetto la intransigenza e la passionalità di Carlo.
Ciò che più colpiva di Carlo è infatti il suo giovanile entusiasmo con il quale affrontava ogni attività e con il quale si lanciava in sempre nuove iniziative.
La sua spiccata curiosità ed attitudine a fare e realizzare lo hanno portato a farsi promotore della fondazione nel 1991 della Sezione Piemonte del Centro Nazionale Studi di Diritto del Lavoro “Domenico Napoletano”, di cui è stato per molti anni segretario.
Proprio in considerazione della sua pluriennale dedizione al Centro Studi, nel giugno 2010 è stato nominato Segretario Generale del Centro Studi Nazionale “Domenico Napoletano”.
Nel dicembre 2003 Carlo si è anche fatto promotore della fondazione della Sezione Piemonte dell’AGI, Avvocati Giuslavoristi Italiani, di cui è stato Presidente fino al 2010.
Unitamente ad altri numerosi impegni associativi presso l’U.A.E., Unione Avvocati Europei e l’U.I.A., Unione Internazionale Avvocati, nonché alla passione con cui organizzava i Convegni, Carlo svolgeva il proprio lavoro di avvocato con grande responsabilità, fantasia e coraggio.
Era capace di cogliere subito l’essenza delle questioni e di trovare la risoluzione di tematiche anche complesse ricorrendo a interpretazioni giuridiche spesso innovative.
Affrontava le vertenze giudiziarie con spirito combattivo, ma sempre nel rispetto dell’avversario e facendo ricorso alle sue capacità di persuasione e diplomatiche svolgeva estenuanti trattative per raggiungere soluzioni transattive ragionevoli ed equilibrate.
Sul lavoro Carlo era intransigente e serio, ma con la sua stuzzicante ironia e continuo desiderio di condividere i problemi e le emozioni non solo con i colleghi e con i clienti, in studio, ma anche con gli avversari e i magistrati, in Tribunale, riusciva a rendere ogni incontro e ogni rapporto, seppur professionale, semplice, diretto, coinvolgente e sicuramente non “serioso”.
Questo era il tratto che colpiva di più della sua personalità.
Voleva sentirsi bene con gli altri e mettere a proprio agio gli altri, per questo cercava di trasmettere al prossimo allegria.
Ma per chi lo conosceva bene, Carlo era intransigente soprattutto con sé stesso per cui era fondamentalmente triste per tutto ciò che avrebbe voluto fare meglio e per tutto ciò che avrebbe ancora voluto fare ma che il tempo non gli consentiva di fare.
Purtroppo la morte lo ha colto all’improvviso mentre stava pensando e facendo un sacco di cose ed il mio rammarico è che non sia più qui presente a stupirmi con sempre nuove iniziative ed a discutere sulle questioni giuridiche.
Nei trenta anni in cui ho lavorato con Carlo ho vissuto tutte le sue emozioni, le sue allegrie e le sue tristezze di cui con grande confidenza mi ha sempre reso partecipe e che adesso mi mancano moltissimo unitamente all’affetto di una sincera amicizia che tutto diceva e nulla tralasciava..
Anche se la mia vita e il mio lavoro non saranno più gli stessi penso alla sua grande voglia di vivere e di lavorare ed alla sua grande capacità di sorridere che mi saranno d’esempio nel mio solitario cammino.
Barbara Rolando